PIGNORAMENTO DELLO STIPENDIO: COME FERMARE SUBITO L'AZIONE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE RISCOSSIONE IN DUE MOSSE

17.09.2024

Il pignoramento dello stipendio presso il datore di lavoro è una delle procedure più invasive e temute dai contribuenti, poiché incide direttamente sulle risorse economiche dei lavoratori.

In base alla legge italiana (art. 72 bis DPR 602/1973) l'ex Equitalia ha il potere di avviare immediatamente il pignoramento senza bisogno di autorizzazione del Tribunale, ordinando al datore di lavoro il pagamento diretto di una parte dello stipendio del lavoratore fino ad estinzione del debito.

Ricevere un atto di pignoramento, pertanto, può essere estremamente destabilizzante sia dal punto di vista economico che emotivo, soprattutto quando minaccia di compromettere la capacità materiale di far fronte ai bisogni quotidiani propri e familiari.

Tuttavia ci sono misure efficaci per contrastare questa procedura e proteggere i propri diritti. Vediamo come procedere per gestire e bloccare il pignoramento dello stipendio.

Soluzione Immediata: Piano di Rateizzazione del Debito

La prima e più diretta soluzione per fermare il pignoramento è richiedere un piano di rateizzazione del debito. La legge prevede che, una volta ottenuto un piano di rateizzazione e pagata la prima rata, l'Agenzia delle Entrate Riscossione è obbligata a rinunciare al pignoramento dello stipendio. Questo approccio permette di estinguere il debito in modo graduale, evitando l'esecuzione forzata e mantenendo una stabilità economica.

Cosa fare se non puoi (o non vuoi) rateizzare il debito?

Se sei già decaduto da un precedente piano di rateizzazione, o se non hai la possibilità di rateizzare il debito, o se ritieni di non dover pagare il debito, ci sono altre opzioni da considerare.

Strategia Alternativa: Sospensione Legale e Diffida al Datore di Lavoro

1) PRIMA MOSSA: Istanza di Sospensione Legale ai sensi della Legge 228/2012

La Legge 228/2012 offre una procedura di sospensione legale che consente di contestare il pignoramento e i crediti su cui si basa. Se ricorrono i presupposti, puoi presentare un'istanza all'Agenzia delle Entrate Riscossione, descrivendo e documentando i motivi della tua contestazione. Questo passaggio è cruciale in quanto costituisce il presupposto per neutralizzare il pignoramento dello stipendio.

2) SECONDA MOSSA: Diffida al Datore di Lavoro

Dopo aver presentato l'istanza di sospensione, è necessario inviare una formale diffida al tuo datore di lavoro. In questa comunicazione, dovrai chiarire che il credito oggetto del pignoramento è in fase di contestazione e che hai attivato la procedura di sospensione legale ai sensi della Legge 228/2012. Allegando la copia dell'istanza, informerai il datore di lavoro della situazione e lo inviterai a non adempiere all'ordine di pagamento contenuto nell'atto di pignoramento.

Questa diffida, se ben formulata, spingerà il datore di lavoro a non effettuare la trattenuta dallo stipendio, proteggendo così le tue risorse economiche.

Il Ruolo del Datore di Lavoro e la Decadenza del Pignoramento

Se il datore di lavoro riceve la tua diffida, sarà legittimato a non procedere con il pagamento richiesto. Inoltre, se trascorrono 60 giorni dalla notifica dell'atto di pignoramento senza che il pagamento venga eseguito, il pignoramento diventerà inefficace. Questo significa che, superata questa soglia temporale, il pignoramento non sarà più una minaccia per te.

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